“Pierre e Pascal”
Siamo nel paese di Megève, in Francia: un incantevole paesino immerso nel verde dei campi e delle montagne in primavera, con le vie tutte colorate da fiori profumatissimi, ma che diventa di un candore surreale in inverno, quando gli sciatori invadono le innumerevoli piste da sci.
Qui ci sono due amici molto diversi tra loro: Pierre che è timidissimo e Pascal che invece è molto socievole, a tratti logorroico; li conoscono ormai tutti in paese.
Tutti i giorni vanno insieme a scuola e tutti i giorni se ne vanno insieme al bar “Wake up” a bersi una cioccolata calda, ovviamente dopo le lezioni.
Pierre adora Pascal e lo considera il suo migliore amico.
Noi invece Pascal lo detestiamo, perché fa sempre la spia, risponde al posto di Pierre, è il “cocco” di tutte le insegnanti e questo mi fa arrabbiare davvero tanto! Mentre Pierre è simpaticissimo, ci regala tutte le figurine che vogliamo e che magari non abbiamo, visto che a lui non interessano e se gli chiedi dei consigli non fa tante storie, te li dà e basta.
Noi ci chiediamo sempre come faccia Pierre a sopportare Pascal, visto che ogni volta che chiediamo qualcosa a Pierre, Pascal risponde al suo posto, ma la cosa brutta è che se ti lamenti va dall’insegnante a riferirlo, con il rischio di prenderti pure una bella nota!!!
Pierre è nato in Nigeria, sua mamma è nigeriana, all’età di tre anni si è trasferito in Francia, perché suo padre è francese e lavora qui.
Pascal invece è nato in Francia, da genitori francesi e da un po’ fino alla mia maturità lo dovrò sopportare, perché non penso che lui se ne voglia andare tanto facilmente dalla nostra splendida città!
Quando eravamo più piccoli alle nostre feste invitavamo solo Pierre che chiedeva sempre se ci fosse Pascal e quando noi gli rispondevamo che non era stato invitato nemmeno lui veniva alla festa. Quindi adesso se vogliamo avere Pierre dobbiamo per forza invitare anche Pascal.
Il problema è che diventa ogni volta più insopportabile e più invadente.
Per esempio l’anno scorso, alla festa di Jean, mentre mangiavamo la torta ho chiesto a Pierre se ne volesse ancora una fetta, al suo posto ha risposto Pascal; io se fossi stato in Pierre l’avrei già ucciso!!!
Oppure quella volta in quarta elementare, quando siamo andati in gita a Parigi, la nostra maestra ha chiesto a Pierre se avesse freddo e al suo posto ha risposto l’insopportabile Pascal.
O quando abbiamo fatto il sondaggio sulla data di nascita dei nostri genitori, quando toccò a Pierre la data la disse Pascal; era impressionante, neanche il “Genio della lampada” aveva tutta quella memoria!!!
Pascal è il più grande della classe, è nato a gennaio, ma di testa sembra ancora un bambino dell’asilo; mentre Pierre è nato a dicembre, ma per intelligenza sembra dieci anni più grande di lui.
Oggi sembra una giornata tranquilla, a scuola stranamente per la prima volta tutto appare tranquillo, niente note per colpa di Pascal e soprattutto oggi Pascal non ha ancora risposto al posto del suo amico.
Ops, forse ho parlato troppo presto! Nel pomeriggio mentre giocavamo a pallone per le vie della cittadina, senza Pascal e Pierre, per sbaglio abbiamo ridotto in frantumi la vetrina di un negozio di occhiali della piazza principale di Megève.
Il proprietario è uscito dal negozio molto arrabbiato chiedendoci spiegazioni, voleva assolutamente sapere chi fosse stato, altrimenti avrebbe chiamato i nostri genitori e anche gli agenti della polizia ma noi, in preda al panico, siamo stati zitti.
Intanto Pierre e Pascal, che passavano di lì con un bel ghiacciolo alla fragola in mano, vedendo la situazione si sono avvicinati.
Hanno chiesto cosa fosse successo, noi abbiamo dovuto aspettare un po’, il tempo che il proprietario spiegasse a Pierre e a Pascal la situazione.
Poi Pascal ha detto, bisbigliando, qualcosa al negoziante ed è entrato con lui nel negozio.
Dopo poco tempo dall’interno si è sentita la voce del proprietario che gli chiedeva: “Ma tu in che veste ti presenti?”
Abbiamo sentito la risposta del ragazzino: “Io mi presento in veste di avvocato, per difendere i miei più cari amici! Loro sono sempre gentili con me, mi invitano sempre alle loro feste; trattano Pierre, che per me è come un fratello, con molto affetto. E io li devo assolutamente difendere”.
Il signore di rimando: “Come pensi di farmi cambiare idea, la vetrina è ancora per terra e non penso che si aggiusterà da sola. Hai qualche idea al riguardo?”
“Io un’idea ce l’avrei, vorrei pagare di tasca mia il danno, ma non ho così tanto denaro, però potrei lavorare nel suo negozio gratis da domani per una settimana, dopo la scuola”- Ha suggerito Pascal.
“Affare fatto”- Ha concluso l’uomo.
Intanto noi ragazzi all’esterno del negozio abbiamo cominciato a guardarci increduli per quello che avevamo sentito dire da Pascal.
I due, dopo essersi stretti la mano, sono usciti dal negozio; il proprietario ci ha congedati dicendoci che potevamo tornare a casa e che non avrebbe chiamato né i nostri genitori, né gli agenti della polizia, avremmo solo dovuto ringraziare il nostro amico che, lavorando per noi per una settimana, sarebbe riuscito a compensare i danni che avevamo provocato.
A questo punto noi, un po’ imbarazzati e dispiaciuti per il comportamento che avevamo tenuto in tutto questo tempo con lui, ad uno ad uno lo abbiamo abbracciato, dopo pochi secondi Pascal si è ritrovato per terra con addosso tutti gli amici che aveva “salvato” dal proprietario del negozio di occhiali a cui avevamo rotto la vetrina!
Finalmente abbiamo compreso che Pascal non è un ragazzino invadente e antipatico, al contrario è sempre stato molto protettivo nei confronti delle persone a cui vuole bene e, incredibilmente, tra queste persone ci siamo proprio noi. E’ stato a questo punto che abbiamo deciso di organizzare una festa di classe, in cui l’ospite d’onore sarebbe stato proprio Pascal!